Al Simposio AFI 2919 l’apertura di De Cicco, che nella sua Lectio Magistralis sottolinea il ruolo anche sociale dell’industria farmaceutica
L’articolo di Monica Torriani tratto da NCF
Maurizio De Cicco, vicepresidente di Farmindustria, racconta in maniera concreta di innovazione e globalizzazione nella Lectio Magistralis con cui apre il Simposio AFI 2019.
Un discorso che non trascura gli aspetti soft dell’attenzione alle persone, ai pazienti in particolare, alla società nel suo complesso. Perché l’industria farmaceutica è fatta di donne e uomini ed è grazie ad essi e per essi che esprime le brillanti performance che conosciamo.
3 mesi regalati ogni anno
I farmaci innovativi che hanno fatto il loro ingresso nel mercato negli ultimi anni si raccontano da soli. Epatite C è passata dall’essere una malattia letale alla completa guaribilita. Tutto questo ha inevitabilmente cambiato i paradigmi con i quali si pianificano gli investimenti in Sanità.
Le terribili sofferenze dei malati di AIDS sono oggi un (doloroso) ricordo. Questa patologia è gestibile come cronicità e garantisce un’aspettativa di vita di 70 anni.
Forte anche l’impatto degli oncologi innovativi sulla cura del tumore: i dati presentati recentemente ad ASCO testimoniano un 29% in più di guarigioni da cancro. Il 64% delle donne e il 53% degli uomini con una diagnosi di tumore, a distanza di 5 anni, non ha più la patologia.
Biologia molecolare e immunoterapia (impiegata in associazione con i farmaci tradizionali) hanno cambiato la storia della malattia.
Ogni anno di vita guadagniamo 3 mesi: in sintesi questo è il contributo (anche) dei farmaci alla nostra vita. De Cicco parla di orgoglio, un sentimento che travalica il talento e la dedizione, per spingersi fino alla profonda convinzione dell’importanza anche sociale del proprio lavoro.
Con 16.000 nuovi prodotti in sviluppo, impossibile non essere impressionati.